14 Luglio 2014

La pietra del mese di luglio: il rubino

La pietra del mese di luglio: il rubino

Il rubino è la pietra di nascita associata al mese di luglio, poiché nell’antichità si pensava che esso potesse catturare il potere del sole.

Il termine “rubino” deriva dal latino “ruber” che significa “rosso” e rappresenta da sempre la passione, l’amore e il romanticismo. Si dice che chi lo possiede possa vivere in armonia con tutti, al sicuro dai pericoli. Questa pietra infatti regala protezione alla propria casa, alla propria famiglia e ai propri averi. È un emblema di felicità, aiuta le riconciliazioni e a rinforzare la memoria.

Per la sua bellezza e per il suo colore, così intenso che sembra animato da un fuoco interno, è da sempre oggetto di miti e leggende, tanto che gli antichi indiani erano convinti del fatto che potesse donare una lunga vita; nel Medio Evo invece si riconducevano al rubino poteri divini in grado di allontanare la malattia, la cattiva sorte e proteggere dalle disgrazie.

 

La fonte più antica di  estrazione è lo Sri Lanka, sfruttata già dagli antichi greci e romani, seguito da altri siti tra i quali Cina, India, Madagascar, Tanzania, Cambogia, Thailandia, ecc.

Risulta essere una tra le pietre più rare e costose, se parliamo di alta qualità può risultare anche più rara del diamante.

I rubini di maggior valore presentano una colorazione rosso intenso, e sono molto rari.

Il rubino è una varietà rossa del Corindone, un minerale di ossido di alluminio. All’interno di questo minerale si possono trovare tracce di cromo, ferro e titanio, responsabili delle diverse colorazioni della pietra. Nello specifico la tonalità tipica del rubino deriva dalla presenza di cromo all’interno del Corindone. Il rubino però non presenta mai una colorazione per il 100% rossa, infatti gli altri elementi presenti all’interno del minerale combinandosi con il cromo regalano sfaccettature di luce arancioni, rosa acceso, lilla, violetto o marrone.

Anche le inclusioni presenti nella pietra possono alterare gli effetti della luce: infatti, alcune inclusioni microscopiche aiutano, a volte, a distribuire più delicatamente la luce accentuando la bellezza della stessa pietra.

Diversamente da come accade per i diamanti, infatti, la presenza di eventuali inclusioni non è sempre sinonimo di qualità inferiore, anzi: oltre a donare riflessi colorati alla pietra, servono anche a scongiurare un falso prodotto in laboratorio.

Si tratta di una pietra estremamente resistente, seconda per durezza solo al diamante, perciò può essere sottoposta anche a normali pulizie per mantenerne la brillantezza, come quella ad ultrasuoni.

Alcuni rubini famosi sono:

  • il rubino Edward, esposto al British Museum of Natural History a Londra, pesa ben  167 ct;
  •  Il rubino Reeves (138,7 ct) si trova al Smithsonian Institute di Washinhgton;
  • il rubino De Long , da ben 100 ct è esposto all’American Museum of Natural History di New York,
  • il rubino “della pace”, chiamato così perché ritrovato alla fine della prima guerra mondiale, è il Peace Ruby  e pesa 43 ct.
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